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Il trattamento fisioterapico per la sindrome del tunnel cubitale

La sindrome del tunnel cubitale è una condizione neuropatica causata dalla compressione del nervo ulnare a livello del gomito, in corrispondenza del cosiddetto tunnel cubitale.

Si tratta di una patologia meno frequente rispetto alla sindrome del tunnel carpale, ma non per questo meno invalidante. In molti casi, può essere efficacemente trattata attraverso un approccio conservativo, senza necessità di intervento chirurgico.

L’importanza del trattamento conservativo

Il primo passo nella gestione della sindrome del tunnel cubitale è rappresentato dal trattamento conservativo, che mira a:

  • Ridurre l’infiammazione locale.
  • Alleviare la pressione sul nervo ulnare.
  • Favorire la guarigione naturale dei tessuti coinvolti.

Un intervento tempestivo consente spesso di risolvere il problema senza ricorrere alla chirurgia e di evitare danni permanenti al nervo. Comunque il risultato può non essere duraturo nel tempo

Strategie fisioterapiche conservative

La fisioterapia è il fulcro del trattamento conservativo. Di seguito vengono illustrate le principali modalità d’intervento:

  1. Immobilizzazione dell’articolazione

In fase acuta, può essere consigliata l’immobilizzazione del gomito, soprattutto durante il riposo notturno, mediante l’uso di tutori o bende funzionali. Questo accorgimento serve a:

  • Evitare la flessione prolungata del gomito, che peggiora la compressione.
  • Ridurre lo sfregamento e il trauma meccanico sul nervo ulnare.
  1. Sospensione temporanea delle attività aggravanti

È fondamentale sospendere temporaneamente:

  • Attività lavorative ripetitive che coinvolgono il gomito (es. uso prolungato del mouse, attrezzi vibranti).
  • Pratiche sportive che sovraccaricano l’articolazione (es. tennis, sollevamento pesi).

Questo favorisce la decompressione naturale del nervo e permette ai tessuti di iniziare il processo riparativo.

  1. Terapie fisiche strumentali

Le tecnologie fisioterapiche moderne offrono strumenti efficaci per ridurre l’infiammazione e stimolare la guarigione. Le più utilizzate sono:

  • Laserterapia: sfrutta la luce ad alta intensità per ridurre il dolore e l’infiammazione.
  • Tecarterapia: stimola la circolazione profonda e accelera il metabolismo cellulare.
  • Ionoforesi: consente la somministrazione transdermica di farmaci antinfiammatori.
  • Ultrasuoni terapeutici: favoriscono il rilassamento muscolare e la rigenerazione dei tessuti.

Tutte queste terapie sono non invasive e vengono personalizzate in base alla gravità dei sintomi e alla risposta individuale del paziente.

  1. Massoterapia mirata

La massoterapia decontratturante dell’avambraccio e del braccio aiuta a:

    • Ridurre le tensioni muscolari che possono contribuire alla compressione del nervo.
  • Migliorare la mobilità articolare.
  • Favorire un miglior apporto sanguigno locale.

La massoterapia è spesso combinata con esercizi di stretching passivo e mobilizzazioni articolari dolci (sliding del nervo ulnare)

  1. Riposo relativo o assoluto

Il riposo è una componente fondamentale del recupero. In base alla fase clinica, il professionista può consigliare:

  • Riposo assoluto, nei casi più acuti.
  • Riposo relativo, ovvero l’adattamento delle attività quotidiane per evitare il sovraccarico.

L’obiettivo è non irritare ulteriormente il nervo e creare le condizioni ottimali per la guarigione.

Prevenzione delle recidive

Una volta risolti i sintomi, è importante intraprendere un percorso di rieducazione funzionale, che comprende:

  • Esercizi di rinforzo e controllo motorio dell’arto superiore.
  • Educazione posturale e correzione dei gesti tecnici (sportivi o lavorativi).
  • Consigli ergonomici, come l’uso corretto di tastiera e mouse o la regolazione della postazione di lavoro.

Diagnosi della sindrome del tunnel cubitale

La diagnosi è principalmente clinica, ma viene supportata da esami strumentali per confermare la compressione del nervo e determinarne la sede esatta.

Esame clinico

Il medico o il fisioterapista esperto esegue:

  • Un’anamnesi dettagliata sui sintomi e sulle attività quotidiane.
  • La palpazione del gomito, per valutare la sensibilità e individuare eventuali punti dolorosi.
  • Il test di Tinel al gomito, che consiste nel percuotere digitalmente e delicatamente il nervo ulnare: la comparsa di scossa con formicolio nella sede di innervazione sensitiva è un segno positivo.
  • Il test di flessione forzata del gomito, mantenuto per 60-90 secondi: se compaiono sintomi, è indicativo di compressione del nervo ulnare al gomito

Esami strumentali

Per confermare la diagnosi e valutare la gravità della lesione, si possono eseguire:

  • Elettromiografia (EMG) e studio della conduzione nervosa: permettono di verificare la velocità di trasmissione del segnale lungo il nervo e individuare i punti di sofferenza al gomito ma escludere compressione dello stesso nervo anche al polso
  • Ecografia ad alta risoluzione: utile per visualizzare direttamente il nervo, il legamento di Osborne e altre strutture anatomiche. Talvolta, si riscontrano muscoli accessori come il mm epitrocleo-olecranico che produce compressione del nervo in senso dinamico, altre volte riscontro di patologie espansive 
  • Risonanza magnetica (RMN): consigliata nei casi complessi, per escludere eventuali masse o patologie associate.
  • Rx: utile per pazienti che hanno artrosi 

Quando rivolgersi a uno specialista

È importante consultare un professionista della salute (fisiatra, neurologo, ortopedico o fisioterapista specializzato) se:

  • I sintomi persistono da diverse settimane.
  • Il dolore si accentua durante attività quotidiane o il riposo notturno.
  • Si avverte una riduzione della forza (con test specifici) o della sensibilità nella mano.

Un intervento precoce consente di migliorare l’efficacia del trattamento e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine.




Conclusioni

Il trattamento fisioterapico della sindrome del tunnel cubitale è efficace e spesso risolutivo se attuato nelle fasi iniziali. Un approccio conservativo, personalizzato e multidisciplinare può:

  • Ridurre i sintomi.
  • Prevenire il peggioramento della neuropatia.
  • Evitare l’intervento chirurgico.

Affidarsi a un fisioterapista specializzato è il primo passo per un recupero completo e duraturo.